Elisabi, al secolo Elisa Baldassarri, ha un tale interesse per la moda che prima ancora di farne la sua professione ha scelto di dedicarle non una, ma addirittura due tesi di laurea. Sull’argomento insomma è difficile coglierla impreparata, e questo vale ancor di più se si stringe il fuoco su uno dei temi specifici delle sue discussioni, tema che le è entrato talmente nel cuore da caratterizzare anche una vera e propria svolta di vita. “La discussione riguardava l’arte del riciclo – spiega lei stessa – e in effetti dopo quella tesi è cambiato anche il mio modo di intendere e mettere in pratica l’idea di moda”.
“Si è trattato di una vero e proprio punto di ripartenza – prosegue – perché da quel momento, pur continuando a realizzare abiti come già facevo da un po’, sono stata letteralmente preda di una nuova, stimolante fissazione: destrutturare i vestiti, scomporli letteralmente in molecole, per crearne di nuovi, assecondando gli istinti e gli stimoli creativi scatenati da quella che mi pare essere una vera e propria liberazione di energia”. E di energia nelle creazioni di Elisa se ne avverte tanta: si tratti di bijoux, borse, accessori o capi di abbigliamento, nel suo laboratorio artigianale di Faenza la tensione di questo processo creativo si percepisce a pelle e, se indagata a fondo, ha sempre qualcosa da dire sul perché di un determinato taglio, stile o abbinamento.
“Spesso proviamo a comunicare qualcosa di noi indossando abiti – afferma lei stessa – ma io provo più soddisfazione a farlo con le cose che creo, e l’emozione più bella sboccia ogni volta che qualcuno si riconosce nei miei prodotti e li indossa quasi come se si sentisse a casa”. L’aspirazione massima, rimanendo alle sue parole, è perciò quella di affermarsi come un vero e proprio “traduttore di personalità”. “Assieme all’imperativo di lavorare solo a mano – spiega e prosegue Elisa – si tratta dell’unico altro comandamento che osservo, impegnandomi nella produzione di pezzi unici e combinando per farlo a volte materiali nuovi e usati, delle altre solo nuovi, e altre ancora solo usati”.
Ed è in quest’ultima tipologia di mix che rientrano le creazioni ricavate dai vecchi abiti di alcune delle clienti del suo laboratorio. Elisabi lavora infatti anche su vecchi capi ai quali le persone sono particolarmente affezionate, ma che non indosserebbero più perché ormai passati di moda, usandoli come materiale originario per il disegno di nuovi modelli che tengano insieme le linee e le forme del presente, con il dolce retrogusto del passato. Discorso che viene ripreso, ma concentrandosi in questo caso su dettagli e particolari, per altri interventi quali riparazioni di sartoria e personalizzazioni di capi come divise da lavoro e biancheria, servendosi alla bisogna di piccoli ricami, immagini, loghi o altri tipi di marchi, anche forniti direttamente dai clienti.
Infine, per tornare al curriculum, non si possono non citare gli oggetti di design frutto degli anni di studio di Elisa. Tra maniglie, ciotole, altri tipi di contenitori e soluzioni per lo spazio, anche questa produzione fa parlare di sé per la scelta di contare su “dettagli discreti” e mai in cerca di clamore. “Se alla base ci sono stile e carattere – conclude lei stessa – basta lasciarli parlare da soli. Chi ha orecchie per sentire, e soprattutto occhi per apprezzare, alla fine riesce sempre a capire quanto di bello e interessante hanno da dire”.
I vestiti e le creazioni di Elisabi saranno esposti e Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre, in occasione della seconda edizione di Bologna Vintage Market. Un saggio della sua produzione, e la filosofia che la sottende, sono presentati sul sito www.elisabi.it e sulla sua pagina Facebook.