Palazzo Tubertini, un cantiere di fatto e di idee nel cuore di Bologna

“Allorché uno entra nella corte di questi edifici è come indietreggiasse di molti secoli”. Così, nel 1875, Giovanni Gozzadini raccontava l’esperienza di passeggiare nelle dimore storiche di Via Oberdan, e ancora oggi non ci sarebbero parole più adatte per spiegare perché Bologna Vintage Market ha scelto palazzo Tubertini come luogo per lo svolgimento della sua seconda edizione. Costruita nel 1770 per conto della famiglia Tubertini su un progetto dell’architetto Giandomenico Dotti, la dimora ha inglobato al suo interno alcune sezioni del Palazzo Ludovisi, nonché la vicina Torre degli Uguccioni, e da allora è stata uno dei punti di riferimento assoluti, per il pregio e lo splendore, in una zona incastonata nel cuore della città, a pochi passi dalle principali attrazioni di Bologna.

Bellezza, stile e quella naturale propensione al vintage evocata da Gozzadini sono insomma gli elementi chiave che hanno spinto Bologna Vintage Market negli ampi spazi di Palazzo Tubertini. Spazi che ora ospitano un cantiere, perché la dimora è oggetto in questi mesi di una importante opera di ristrutturazione e riqualificazione, finalizzata a dare nuova vita e nuovo lustro al Palazzo. Il restauro è promosso dalla società Immobildue, che fa capo ad un importante gruppo imprenditoriale trentino, ed è partito dopo una fase di progettazione affidata al prestigioso studio IGA – Iosa Ghini Associati. “Stiamo ristrutturando Palazzo Tubertini perché pensiamo possa essere il contesto ideale per ospitare negozi che vogliano distinguersi per lo stile e una posizione assolutamente privilegiata – ci spiega il rappresentante della società e project manager dell’intervento,Salvatore Morelli – ma anche perché nei piani alti sono stati ricavati, e progettati fin nei minimi dettagli, appartamenti di varie dimensioni, a prezzi che potrebbero attirare l’attenzione di chi fosse interessato a un mix elevato di tradizione e innovazione, per giunta in pieno centro”.

E mentre il lavoro in tal senso procede e si avvia a conclusione, Morelli spiega la volontà di promuovere Palazzo Tubertini anche agli occhi di potenziali acquirenti, con sinergie e iniziative come quella che porterà ad ospitarvi la prossima edizione di Bologna Vintage Market. “Un contesto del genere rappresenta lo scenario ideale per una rassegna dedicata alla cose belle di una volta – ci dice – ed è per questo che abbiamo pensato potesse trattarsi di una prima, significativa opportunità, per restituire lo splendore del palazzo ai bolognesi e ai tanti visitatori che affolleranno la città in quel periodo”.

Da cantiere di fatto a cantiere di idee, Palazzo Tubertini si prepara quindi a riaprire ibattenti per tornare a recitare un ruolo da assoluto protagonista nel cuore di Bologna. Intanto, i più impazienti che volessero fin da subito farsi un’idea della bellezza del palazzo, e di come tornerà entro breve a splendere a restauro ultimato, possono dare uno sguardo a questa brochure.

“Punti di vista”, occhio e fiuto per gli occhiali senza tempo

Se in un occhiale cercate il carattere e la storia piuttosto che la forma e il tratto del momento, Lucio Stramare potrebbe fare al caso vostro. Ispirato dalla passione per il design e per quegli oggetti fatti così bene da resistere all’usura delle mode, da diversi anni Lucio ricerca, raccoglie e rimette in circolo occhiali che risalgono agli ‘60, ‘70 e ‘80. “Punti di vista” il marchio che identifica e distingue la sua offerta. Offerta che, ci spiega lo stesso Lucio, è mossa da qualcosa che va oltre il semplice amore per le cose belle. “Recuperare gli occhiali vintage significa recuperare un passato che ha ancora tanto da dire – afferma – ed è anche un modo per rispondere alla logica del consumo frenetico, dell’usa e getta, con un’idea di slow-fashion che metta finalmente al centro la qualità”.

Non solo quindi amore per il design, ma anche una vera e propria vocazione “ecologica” che punta al riciclo di oggetti altrimenti, e ingiustamente, destinati all’oblio. “Quando scovo un occhiale vintage che mi colpisce – prosegue Lucio – per prima cosa è come se dietro l’oggetto riuscissi a intuire il lavoro di chi lo ha prodotto e la cura con cui lo ha fatto. E allora il suo recupero diventa una questione di rispetto per un luogo, una tradizione e una o più persone che hanno infuso unicità e autenticità in quell’oggetto”.

E il rispetto per gli occhiali è tale che “Punti di vista” ha messo in piedi un vero e proprio laboratorio di controllo e rigenerazione per ogni singolo modello. Anche gli occhiali nuovi all’origine soffrono talvolta del tempo che è passato: la polvere, l’appiattimento dovuto allo stoccaggio, l’irrigidimento delle cerniere o l’opacità dei materiali possono pesare sugli occhiali e scalfirne magari il carattere. “Ed è qui che col mio lavoro cerco di infondere nell’oggetto la stessa dedizione, cura e manualità di chi mi ha preceduto creandoli”, spiega Lucio, aggiungendo che tutti gli occhiali prima di essere rimessi in vendita vengono lavati, riscaldati, oliati e lucidati, oltre che controllati per quanto riguarda la lenti, prima di un ultimo ripasso a mano. Una specie di carezza finale, quasi a dare ulteriore calore ad un oggetto pronto per essere offerto a chi voglia sentirsi creativo e protagonista, scegliendo l’unicità e l’autenticità, piuttosto che l’omologazione. “Dico sempre ai nostri clienti – afferma e conclude Lucio – che con un occhiale puoi farti notare , nasconderti , trasformarti o rimanere te stesso: devi solo saperlo fare, e a noi piace consigliare l’oggetto più adatto perché ognuno possa esprimere sé stesso e le sue aspirazioni nel migliore dei modi”.

Gli occhiali di “Punti di vista” saranno esposti durante la prossima edizione di Bologna Vintage Market, in programma a Bologna, presso Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre. Chi volesse già ammirarli può farlo sul sito www.puntidivi.eu.

PopDesign, il vintage tra le dita

Giorgio Paparo ha una passione particolare per i bottoni. L’ha ereditata dal padre, che ha lavorato come sarto negli anni ’60, e da allora non ha smesso di alimentarla, dedicandosi alla ricerca e alla collezione di pezzi vintage prodotti dai ’50 in avanti con qualsiasi tipo di materiale. Siano essi di madreperla, legno naturale o colorato, e in questo caso spesso pitturati a mano, sfumati o disegnati come gioielli, pratica molto in voga nei ’60; siano ancora griffati dalle firme più celebri, essenziali in stile ’80, o impreziositi da pietre, strass e altri materiali pregiati, come di rigore nei ’90. Quando i bottoni sono in grado di raccontare un sentimento, un amore o, perché no, la rabbia, attirano immediatamente l’attenzione di Giorgio e la voglia di raccontare nuove storie che ne esaltino il carattere.

Ed è in questo momento che la passione si trasforma in creazione, con la collezione di anelli PopDesign. “Ogni bottone scovato in giro per mercatini o vecchi bottonifici – ci dice Giorgio – ha un suo specifico ruolo, come fossimo a teatro. E per ognuno il mio compito è di assegnargli un copione, una nuova parte, trasformandoli in anelli che in alcuni casi diventano vere e proprie micro-sculture”. E anche per questo che il titolare del marchio PopDesign li definisce “eco-gioielli”, spiegando che il suo lavoro trascende il semplice riciclo dei bottoni, mirando a dare loro una nuova vita, una nuova interpretazione.

E il risultato viene sempre centrato: gli anelli di vetro, ferro, passamaneria, resina, pasta di vetro, ceramica, tessuto o qualsiasi altro materiale in grado di stimolare la fantasia di Giorgio sono davvero delle piccole, preziose storie, da custodire tra le dita, assaporandone la raffinatezza, il dettaglio, l’autenticità. “Ogni anello PopDesign è un pezzo davvero unico – conclude Giorgio – e chi si regala il privilegio di indossarlo fa una scelta di stile che va oltre la moda”. Dritto al cuore del vintage, danzando in punta di mani.

Gli anelli della collezione PopDesign saranno esposti durante la prossima edizione di Bologna Vintage Market, in programma a Bologna, presso Palazzo Tubertini, dal 7 al 9 dicembre. Chi volesse già ammirarli può farlo intanto sul sito www.pop-design.it e sulla sua pagina Facebook.

“Bolognese per Passione”, il profumo del vintage

Chiudete gli occhi, aggrappatevi all’olfatto e immaginate di entrare in un negozio di profumi sulla cresta dell’onda di 20-30-40 anni fa. Sentite la fragranza di essenze ormai dimenticate e fuori commercio, ma dal fascino ancora intatto? Se sì, è ora di aprire gli occhi e segnarsi in agenda il nome di Alberto Bentivogli, un “Bolognese per passione”, titolare di una bottega itinerante che porta con sé ovunque il profumo e lo stile di un meraviglioso passato. “Sono più di 50 anni che siamo in pista – spiega Alberto – tutto è cominciato con un negozio di profumi, bijoux e accessori moda che avevamo in Romagna, e prosegue ancora oggi in giro per l’Italia, con proposte di prodotti che continuano a sedurre e conquistare”.
Tra questi il profumo “Vivre”di Molyneaux, creato nel 1971 e ancora oggi capace di attirare l’attenzione di molti appassionati. Ma Alberto attira l’attenzione anche con bijoux di Moschino, della Camerino e di Dior, foulard di Hermes, Chanel, Pucci e Ferragamo, borse e prodotti della Redwall e altri stilisti, e ancora la piccola pelletteria di Biki, stilista della grande Maria Callas. E rimanendo in tema di dive, come non citare Audrey Hepburn, musa della maison Givenchy, il cui 60esimo anniversario viene celebrato da Alberto con la proposta di alcuni articoli degli anni ’70 e ‘80.
La bottega dei ricordi è insomma sempre aperta e stipata di oggetti da sogno. E per chi volesse sognare ad occhi aperti, l’appuntamento con “Bolognese per passione” è fissato dal 7 al 9 dicembre prossimi a Bologna Vintage Market.

Occhiali e bijoux, il vintage griffato Lamù

Da più di 10 anni sono impegnati nella ricerca di occhiali vintage dal gusto unico e inconfondibile, e da una paio di anni hanno dato nuovo sfogo alla propria passione, lanciandosi nella produzione di gioielli e bijoux creati conmateriali di riciclo. Sono Silvia e Marco, titolari del marchio Lamù, e la loro offerta sarà presentata in occasione della prossima edizione di Bologna Vintage Market.

“Per noi gli occhiali vintage non sono oggetti vecchi che costano poco – spiega Silvia – ma veri e proprio pezzi di design, immaginati e realizzati con estro da qualcuno che ci ha preceduto, passati di mano in mano nel corso degli anni, e infine arrivati a catturare la nostra attenzione”. “Di questi oggetti ci innamoriamo – prosegue – e a quel punto il passaggio successivo è dedicato a ricostruire la loro storia. Da dove provengono? Chi li ha costruiti? E chi li ha disegnati? Molto spesso riusciamo a ricomporre l’intero puzzle per ogni singolo pezzo, arriviamo a conoscerne pregi ed eventuali difetti, e a quel punto la nostra missione si conclude cercando di trovare persone speciali alle quali consigliare occhiali altrettanto speciali”.

Passione e unicità sono alla base anche del nuovo progetto griffato Lamù. Lavorando su materiali di recupero di vario tipo, Silvia e Marco si dedicano da un po’ di tempo alla produzione di gioielli e bijoux. Le parole d’ordine in questo caso sono gioco e ironia: oggetti nati per tutt’altri scopi e usi, accomunati dalla bellezza e dalla ricercatezza che ne hanno ispirato le creazioni originarie, rinascono a nuova vita come gioielli e accessori che fanno dell’originalità, e perché no dello spiazzamento divertito, il proprio punto di forza. “Cerchiamo di trasmettere alle nuove creazioni lo stesso carattere che ci aveva colpito negli oggetti di partenza e nelle loro storie”, spiega Silvia. “E anche in questo caso – conclude – il cerchio non può che chiudersi con la ricerca della persona che abbia il carattere giusto per indossarle e farsi conquistare dalla loro unicità”.

I prodotti e le creazioni di Lamù saranno esposti a Palazzo Tubertini. Uno sguardo in anteprima è intanto possibile sui siti lamuvintage.it e www.lamujwl.com e le relative pagine Facebook aggiornate con le ultime collezioni.

 

Collage Vintage, il taglia ed incolla non è mai stato così glamour

Prendi una pila di riviste anni Cinquanta, ritaglia le immagini più suggestive, e ricombina con gusto ed ironia. Il risultato è Collage Vintage, una serie di opere grafiche dal sapore unico e inconfondibile che restituiscono lo splendore e lo stupore di un’epoca vissuta all’insegna dell’ottimismo, del consumismo e della fiducia nel progresso.

I Collage Vintage sono frutto dell’ingegno e della passione di Maria Grazia Preda, da sempre affascinata dall’estetica degli anni Cinquanta, e da alcuni anni impegnata in questa interessante e originale opera di recupero creativo. “Quel decennio è il mio prediletto – spiega – e i Collage Vintage sono un tentativo di rielaborare in chiave moderna il senso di un’età dell’oro nella quale con prodotti, articoli e marchi, ma soprattutto con i volti di indossatrici, attrici e altre dive, si professava una gran voglia di vivere e lasciarsi alle spalle i ricordi della guerra”.

Assemblando foto e ritagli, Maria Grazia mira a raccontare quegli anni con ironia, cercando di catturare il sorriso in chi guarda e sottolineando l’ottimismo, ma anche l’ingenuità, di un linguaggio pubblicitario e giornalistico ricco di esclamazioni ed entusiasmi. “Voglio che le mie opere raccontino soprattutto la voglia di vivere e di progredire che si respirava in quegli anni” spiega la creatrice, aggiungendo che ogni collage è realizzato utilizzando esclusivamente ritagli originali non digitalizzati, incollati su carta pregiata. Ogni pezzo, quindi, è unico e irripetibile, e oltre che di Anni Cinquanta profuma anche di colla. Quasi a voler sottolineare, anche a livello olfattivo, il legame con un’epoca vissuta ida una intera generazione come un vero e proprio risveglio dei sensi.

I Collage Vintage saranno esposti a Palazzo Tubertini in occasione di Bologna Vintage Market. Nell’attesa è possibile ammirarli sul sito www.collagevintage.it e sulla sua pagina Facebook.